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Carla Vistarini: prendo la vita come va

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Carla Vistarini “Prendo la vita come va” L’ultimo libro di Carla Vistarini "Se ricordi il mio nome"   in pochi mesi dalla sua uscita ha raggiunto le prime posizioni nelle vendite di narrativa, classifica Ibs. Secondo l'autrice, il successo è nato soprattutto dal passaparola delle lettrici e lettori che l’hanno amato, consigliato e regalato. Gli stessi fedeli lettori, e anche di più, avevano portato in classifica   il suo romanzo precedente quel " Se ho paura prendimi per mano" di cui "Se ricordi il mio nome " è, in parte,   il sequel . I protagonisti infatti sono gli stessi: una piccola bambina senza nome, travolta da un destino drammatico, che i lettori a furor di popolo hanno denominato la nanetta; lo strano, particolare personaggio che le fa da angelo custode, un vagabondo dal passato turbolento detto Smilzo;   un detective con la mania dell'onestà, una banda di pittoreschi, umanissimi comprimari e, sullo sfondo, Roma e il suo

Alessia Cerantola: Parole d’ordine “innova, viaggia e collabora”

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Alessia Cerantola Nominata “Una delle tre giornaliste più innovative   in Europa”   a dirlo è niente meno che il Pointer Institute di St. Pittsburg, Florida, la scuola di giornalismo più quotata negli Stati Uniti. A soli 37 anni, ha già alle sue spalle il premio più ambito in assoluto per un giornalista: il Pulitzer. L’ha ricevuto nel 2015 come componente della squadra internazionale di giornalisti, che ha investigato sullo scandalo dei Panama Papers . Un’inchiesta unica nel suo genere, che farà la storia, premiata per dare una direzione al giornalismo del domani: 380 giornalisti sparsi in 83 paesi hanno collaborato per investigare una mole immensa di dati, riguardanti compagnie e individui, dal Giappone agli Emirati all’Italia, che hanno aperto conti offshore- i cosiddetti paradisi fiscali - per evadere le tasse. Alessia era parte della squadra giapponese assieme alla collega Scilla Alecci e con altri quattro giornalisti che hanno lavorato per l’Espresso, sono i prim

Nicoletta Dentico "A woman on a mission"

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Disarmare i potenti della terra Appartiene a quella tempra di toscanacce che sempre più spesso mi capita d’incontrare e di cui ormai mi sono fatta una certa idea: hanno una marcia in più. Agguerrita e simpatica, dal piglio sicuro e dall’energia travolgente, Nicoletta ha un curriculum “a prova d’invidia”: una donna dall’ispirazione internazionalista che ha iniziato lavorando come giornalista per la televisione giapponese NHK, per Mani Tese fin da giovanissima ed è stata direttrice di Medici senza frontiere per quattro anni e mezzo “vissuti pericolosamente”.  Ha iniziato il cammino professionale con la campagna "Mercanti di morte" che ha portato all'approvazione della legge 185 del 1990 sul commercio delle armi: si tratta di una legge ancor oggi all'avanguardia che ogni anno rende pubblici i nominativi delle banche che finanziano la produzione delle armi.   E’ stata impegnata per anni in importanti campagne internazionali, come la campagna per la messa al ba

Barbara Schiavulli corrispondente di guerra:dalla parte delle vittime

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“Essere parte del mondo è un privilegio” dice Barbara in un suo podcast intitolato Sogni e giornalismo per Radio Bullets “Essere parte del mondo significa conoscerlo, gioirne, aiutarlo e dire no alla violenza, alla paura, alla mediocrità e invece dire sì all’esserci, al contribuire, al non dimenticare e al pretendere. Essere parte del mondo significa condividerne le sue meraviglie ma anche arrabbiarsi, non accettare, darsi da fare, ognuno come può e come sa“. Barbara l’ha fatto con il suo lavoro per vent’anni, raccontando le storie di chi vive in contesti di guerra, per restituire un po’ di dignità alle vittime sconosciute dei giochi dei grandi: “E’ stato nei posti peggiori che sono stata travolta dalla dignità delle persone, dal loro coraggio e dalla loro forza”. L’ha fatto da freelance , senza mai riuscire ad essere assunta, nonostante abbia lavorato in modo continuativo per anni per L’Espresso, L’Avvenire, il Messaggero e tanti altri: “Nel 2005, in Iraq ero l’unica giornal

Intervista a Gaia Spera Lipari: abbiamo bisogno di guardarci con occhi diversi.

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“FattiMail è un metodo per esercitare la solidarietà nella nostra vita” mi dice Gaia, la promotrice di questa esperienza, se non unica, di fatto, originale. Fisicamente la rete di solidarietà è diventata un blog- fattimail.blogspot.it - e un appuntamento   mensile, la Newsletter. In apertura alla Newsletter c’è sempre un editoriale, una riflessione sul tema della solidarietà scritto da Gaia, e serve anche ad introdurre, a preparare lo spirito giusto per leggere la seconda parte, quella degli annunci di richiesta di aiuto, richieste che vanno dalla ricerca di un lavoro, di una casa, di un riparo per se stessi o per una persona vicina, straniera e non. La terza parte è uno spazio per gli eventi solidali e culturali, perché “la cultura è la culla della solidarietà” dice Gaia. La quarta parte è una sorta di “Cittadinanza solidale” cioè ospita le buone pratiche che aiutano ad un vivere civile nel proprio quartiere. FattiMail resta una rete aconfessionale e apartitica, n