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Barbara Schiavulli corrispondente di guerra:dalla parte delle vittime

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“Essere parte del mondo è un privilegio” dice Barbara in un suo podcast intitolato Sogni e giornalismo per Radio Bullets “Essere parte del mondo significa conoscerlo, gioirne, aiutarlo e dire no alla violenza, alla paura, alla mediocrità e invece dire sì all’esserci, al contribuire, al non dimenticare e al pretendere. Essere parte del mondo significa condividerne le sue meraviglie ma anche arrabbiarsi, non accettare, darsi da fare, ognuno come può e come sa“. Barbara l’ha fatto con il suo lavoro per vent’anni, raccontando le storie di chi vive in contesti di guerra, per restituire un po’ di dignità alle vittime sconosciute dei giochi dei grandi: “E’ stato nei posti peggiori che sono stata travolta dalla dignità delle persone, dal loro coraggio e dalla loro forza”. L’ha fatto da freelance , senza mai riuscire ad essere assunta, nonostante abbia lavorato in modo continuativo per anni per L’Espresso, L’Avvenire, il Messaggero e tanti altri: “Nel 2005, in Iraq ero l’unica giornal

Intervista a Gaia Spera Lipari: abbiamo bisogno di guardarci con occhi diversi.

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“FattiMail è un metodo per esercitare la solidarietà nella nostra vita” mi dice Gaia, la promotrice di questa esperienza, se non unica, di fatto, originale. Fisicamente la rete di solidarietà è diventata un blog- fattimail.blogspot.it - e un appuntamento   mensile, la Newsletter. In apertura alla Newsletter c’è sempre un editoriale, una riflessione sul tema della solidarietà scritto da Gaia, e serve anche ad introdurre, a preparare lo spirito giusto per leggere la seconda parte, quella degli annunci di richiesta di aiuto, richieste che vanno dalla ricerca di un lavoro, di una casa, di un riparo per se stessi o per una persona vicina, straniera e non. La terza parte è uno spazio per gli eventi solidali e culturali, perché “la cultura è la culla della solidarietà” dice Gaia. La quarta parte è una sorta di “Cittadinanza solidale” cioè ospita le buone pratiche che aiutano ad un vivere civile nel proprio quartiere. FattiMail resta una rete aconfessionale e apartitica, n

Chiara Rapaccini in arte semplicemente RAP

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“ I personaggi, i nomi, i luoghi che vi sembrano veri, sono finti. Quelli che vi sembrano finti, sono veri. Rap   “In questo libro ci sono io, da piccola, da adolescente, da adulta, da grande. Sempre bambina buona, dove per buona si intendono tante cose.” Da “La bambina buona” Sonzogno, 2011 Come mai la tua biografia “La bambina buona” si compone di quattro quinti del racconto della tua infanzia e solo un quinto della Chiara adulta? Quando ero in procinto di consegnare il manoscritto è successo che Mario è morto e poichè lui era un personaggio del libro, nel senso che era uno dei mostri de “Gli Addams”, così   presento la mia famiglia nel capitolo d’apertura, a quel punto mi era sembrato giusto aggiungere qualcosa di lui. Ho raccontato gli ultimi giorni che abbiamo passato assieme e ho anche pubblicato l'unico racconto che lui abbia mai scritto “Pattume”. Leggendo il libro si capisce che l'infanzia è stato un momento bello della tua vita, e sopra

Ibu Robin a guerrilla midwife

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On her way out from the restaurant in Ubud, the blonde young woman stops at my table, smiling. I’m wearing my Bumi Sehat T-shirt, the one with the big beautiful logo of a birthing mother, and every time I’m wearing it women either smile or talk to me. ”I’m a midwife from California” she says ”are you a volunteer at Bumi Sehat? Isn’t it such a beautiful place? Aren’t they doing a great job?”. Bumi Sehat is a birthing centre that gives free-care and free-prenatal assistance to poor Indonesian women, the warm attention that its logo draws from locals and westerners is the evidence of how much well known Bumi Sehat is around Ubud. The driving force behind the clinic is CNN Hero for 2011 Ibu Robin Lim, a Philipino- American midwife who’s been living in Ubud since 1993 together with her large family of eight children and a husband. A very energetic woman on her 50s, Robin is also a poet and a writer. A restless campaigner, she regularly tours Europe and The States talking on gentle b

Shiva Vandana "Pratico quello in cui credo ed è dare"

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Shiva Vandana & me Ubud 2014  “Non mi sono mai preoccupata di costruire la mia reputazione, ho solo fatto quello che c’era bisogno di fare. Ho vissuto secondo la mia coscienza. Ho vissuto una vita d’integrità mettendo in pratica quello in cui credo: dare. Certamente tutto questo è sembrato minaccioso a un sistema che non crede nell’integrità e compra ogni cosa. Un sistema che se ha bisogno di un giornalista se lo compra, se ha bisogno di uno scienziato, ne compra uno, così se ha bisogno di un politico. Quando compri tutto quello che vuoi, non sai come comportarti con qualcuno che non vende e non compra, ma dà”.  E’ la risposta di Vandana alla mia domanda come ha fatto a diventare una tra le dieci persone più influenti in Asia quando tutto quello che aveva quando ha iniziato, era un’educazione scientifica di alto livello e una famiglia che la sosteneva, ma aveva lo svantaggio di essere una donna ed essere indiana. Come ha fatto a non venir schiacciata da quello che lei ch

Anna Maria Crispino direttora della rivista Leggendaria e Silvia Neonato redattrice

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Nella dolce cornice di questa fine estate al Pigneto, quartiere di Roma, mentre si svolge con grande partecipazione il Festival delle scrittrici InQuiete, colgo l'occasione per parlare con Anna Maria Crispino direttora della rivista, da molte di noi amata, Leggendaria. Partiamo dagli inizi: com'è nata Leggendaria? E' nata come inserto letterario di Noi Donne nel 1986 ed è vissuto per dieci anni insieme alla sua mamma, diciamo; ad un certo punto però ci siamo accorte che le lettrici dell'una erano diverse da quelle dell'altra ed è così che nel 1997 siamo diventate testata autonoma. Siamo entrate nel ventunesimo anno d'attività con una grande continuità, il gruppo originario è rimasto quello, forte e coeso, a cui negli anni si sono aggiunte numerose collaboratrici assidue. Abbiamo lavorato tanto negli ultimi anni per tessere relazioni con le donne più giovani perchè ci sembrava che la redazione avesse bisogno, non solo, di punti di vista diversi, ma

Giovanna Foglia

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“Trova il tuo posto nel mondo, le tue compagne e vivi l’utopia” Giovanna Foglia, milanese classe 1956, è una donna che mette le molte energie, la fantasia, lo spirito pratico e sopra tutto il suo cospicuo patrimonio al servizio della causa delle donne. "Perché questa scelta di campo?" le chiedo: “Le donne sono quelle che hanno meno soldi e meno possibilità” mi dice Giovanna nella nostra prima intervista via skype “ A peggiorare le cose poi c'è l'invidia diffusa che ci mette l'una contro l'altra. Aiutare le donne è una scelta di campo ma in realtà significa aiutare la società intera a migliorare. Sono diventata femminista da giovanissima ma allora non avevo soldi per realizzare granchè a livello collettivo, ho potuto farlo solo quando ho messo in piedi il Trust che sviluppai poi con l'aiuto di altre socie a partire dal 2004”. Il Trust vuole aiutare concretamente le donne finanziando le loro idee e progetti, ben sapendo quanto sia difficile per le